Roggia Fillibera Brugnana
Nota: il materiale qui pubblicato è ripreso dal sito del Consorzio Irrigazioni Cremonesi per la gentile concessione dell'ing. Stefano Loffi
Cenni storici
Il cavo Filibbera Brugnana era un ramo dell'antica roggia Filibbera la quale venne occupata nella formazione del Naviglio Grande Pallavicino e venne acquistato dal Marchese Adalberto I Pallavicino nel 1532.
Una tratta dell'antico cavo della roggia Filibbera venne occupata su iniziativa del Marchese Galeazzo Pallavicino per la formazione di parte del cavo del Naviglio Nuovo, come venne riconosciuto e confermato mediante l'istromento 8 aprile 1532 a rogito di Pietro Maria Marini de' Corradi notaio di Cremona.
Oggi il residuo corso del cavo non esiste più. Nel 1960, infatti, il Consorzio aprì una nuova bocca sul Naviglio Grande, denominata appunto Filibbera Brugnana, rendendo inutile il lungo tragitto; la nuova bocca venne costruita al km 16,800 del Naviglio Grande. E da quell'anno il cavo Filibbera Brugnana è totalmente abbandonato.
Da una guida redatta dall'ing. Parocchetti si legge che:
questo cavo derivava dall'estremità della roggia Calciana, alla strada provinciale cremasca presso Ticengo, dove le residue acque di quella unite alle provenienti dal Naviglio Grande mediante il traversino o bocche di Geronda, sottopasssando la nominata strada mediante due vicini ponti passando per quello a levante la Geronda e per quello a ponente la Filibbera, e con andamento da tramontana a mezzodì scorre a poca distanza per una tratta dalla nominata Geronda, si stacca indi piegando verso ponente con varie tortuosità e risvolti, lambe l'abitato di Cumignano, dopo di che si accosta nuovamente alla Geronda non essendovi intermedia che la strada comunale per Moscona e più avanti una zona di terreno sino all'estremità del cavo dove evvi l'unica bocca. Nei pressi vi è uno scaricatore che serve a congiungere alla Geronda le acque residue.
Fonti
AA.VV., Colatore Fossadazzo e Cavo Fillibbera Brugnana, in http://www.consorzioirrigazioni.it - Consorzio Irrigazioni Cremonesi, per gentile concessione dell'ing. Stefano Loffi
Ultimo aggiornamento:
26/02/2018